Trattamento dell'ansia


Il soggetto che soffre di ansia vorrebbe liberarsi da questo dolore. Questo è il primo impulso. Ed è comprensibile.

E tuttavia, l'ansia è un segnale, un messaggio, un segno che qualcosa nella vita della persona non va.

In quanto tale spesso l'ansia ha anche una funzione positiva, ci avverte. Di che cosa? Questa è una prima questione fondamentale....

Bisogna cercare di capire che cosa non va, quale è il pericolo a cui l'ansia risponde. Questa operazione di comprensione è importantissima e non può essere fatta da soli, occorre farsi aiutare da qualcuno.

Spesso questo senso nascosto abita nelle pieghe delle nostre relazioni, nei nostri pensieri più reconditi, nelle fantasie ad occhi aperti. Ma occorre fare un lavoro per scovare questo senso nascosto, e prendersi del tempo per riguardare la propria vita.


Trattamento farmacologico dell'ansia

Nei confronti delle manifestazioni ansiose è possibile ricorrere a dei farmaci, opportunamente prescritti da un medico che ne segue l'assunzione.

Tra i farmaci che hanno un effetto ansiolitico troviamo le benzodiazepine (Tavor, Xanax, Valium, Ansiolin, En, Frontal, Lexotan, Prazene, Control, Lorans...) i farmaci derivati benzodiazepinici (Dalmadorm, Felison, Halcion, Minias, Roipnol, ecc.) altri farmaci che, pur avendo composizione diversa dalle benzodiazepine, hanno un effetto sedativo - ipnotico ( Nottem, Stilnox, Buspar, ecc.), ed infine gli antidepressivi.

Dal momento che l'ansia è un sintomo presente in diversi quadri psicopatologici molto differenti, il medico deve prescrivere il farmaco basandosi sulla condizione complessiva del paziente e sull'insieme dei suoi sintomi.

Le categorie di farmaci maggiormente impiegate sono le benzodiazepine e gli antidepressivi. Questi farmaci agiscono sulle componenti psicologiche dell'ansia (tensione, preoccupazione, incertezza, paura ecc.).

I farmaci possono essere molto efficaci, ma non devono essere ritenuti una cura.

I farmaci possono fornire un temporaneo sollievo, attenuare alcuni sintomi, anche farli scomparire, ma non agiscono sulle cause che stanno alla base dell'ansia. Pertanto, di solito quando si smette di assumere il farmaco, i sintomi si ripresentano come se nulla fosse successo.

Per questi motivi farmaci sono particolarmente indicati quando le manifestazioni ansiose sono molto forti ed invalidanti, ma sono realmente efficaci solo se associati ad una psicoterapia.

Inoltre occorre prendere in considerazione anche gli effetti collaterali e i rischi legati all'assunzione dei farmaci.

Le benzodiazepine agiscono inducendo un effetto ipnotico ad alte dosi (facilita l'inizio e il manteni­mento del sonno, causa sonnolenza) e come sedativi a dosi inferiori (riduzione dell'ansia durante il giorno, induzione di uno stato di calma o quiete).

L'effetto collaterale più frequente delle benzodiazepine è la sonnolenza. Sono inoltre possibili effetti deleteri sulle prestazioni cognitive. Inoltre gli effetti collaterali ed indesiderati aumentano quando le benzodiazepine vengono assunte insieme ad altre sostanze sedative, come l'alcool: tale associazione può causare marcata sonno­lenza, disinibizione o addirittura depressione respiratoria.

Infine, una lunga assunzione di benzodiazepine può dar luogo a sindromi di astinenza, i cui sintomi più gravi possono essere depressione, paranoia, delirium e crisi comiziali. Per questi motivi l'uso di benzodiazepine non è raccomandato per lunghi periodi.

Anche alcuni farmaci antidepressivi, al di là del nome, hanno una efficacia nel combattere i sintomi d'ansia. Di solito non hanno effetti sedativi, sulla memoria né creano dipendenza. La loro azione si instaura dopo alcune settimane di assunzione e per questo motivo non sono adatti nel trattamento al bisogno.

Infine, a scopo ansiolitico - sedativo vengono usati anche prodotti "naturali", quali la Valeriana, il Sedatol, la Melatonina ecc.

Ribadiamo che il farmaco ha sì il potere di attenuare le manifestazioni d'ansia moderate, e in questo apporta sicuramente un beneficio, ma non può nulla sui motivi che generano l'ansia.

Per usare un'immagine, l'ansia è come l'apparire di una crepa nel muro. È un segno che la struttura della nostra casa ha subito un colpo, una scossa. Ricorrere al farmaco può essere necessario, ma è come mettere un quadro sopra la crepa.

Per questi motivi l'indicazione principale è che l'uso dei farmaci, qualora necessari, va accompagnato da un trattamento psicoterapeutico che è lo strumento clinico per eccellenza per una modifica e una scomparsa radicale del quadro ansioso.


Psicoterapia dell'ansia

Il trattamento psicoterapeutico dell'ansia richiede del tempo e - ovviamente - l'apporto di un buon psicoterapeuta. Il lavoro terapeutico andrà nella direzione di comprendere le ragioni della risposta ansiosa, indagando il mondo mentale nella sua più ampia accezione. È importante che il soggetto sia attivo in questo lavoro, ovvero che non si aspetti passivamente delle risposte dal terapeuta, ma le cerchi lui stesso e si interessi alla propria malattia.


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