Occorre
forse considerare come l'asse padre/figlia riguardi una filiazione che ha -
nella storia occidentale - una minore rilevanza giuridica. La figlia non assume
su di sé quasi mai la responsabilità della prosecuzione della fortuna
famigliare, della sopravvivenza del nome: questo ruolo spetta al figlio maschio
con il quale spesso il padre ha un rapporto di rivalità, nel quale aleggia il
fantasma della volontà di sostituzione e l'ansia di sopravvivenza. Forse
proprio per questo il legame padre figlia acquisisce il senso di una
discendenza pura, disinteressata, ideale, inscritta nel nome dell'amore
gratuito, lontano dalle necessità del potere.
Ed
è forse per questo che, per un padre, il rapporto con la figlia può
rappresentare spesso il tentativo di riconciliarsi con la propria madre, di
plasmare nella figlia un femminile idealizzante, docile, adorante al perpetuo
servizio del figlio/padre /maschio.